Panoramica
La Pavana, Op. 50 di Gabriel Fauré, un’opera elegante e malinconica allo stesso tempo che illustra perfettamente la raffinatezza della musica francese della fine del XIX secolo.
🎵 Pavana, Op. 50 – Gabriel Fauré (1887)
Contesto:
Composta nel 1887, la Pavana è originariamente un brano per orchestra (e talvolta con coro) scritto in uno stile di danza lenta della Spagna rinascimentale – la pavana. Fauré vi aggiunge tuttavia un tocco molto personale: più sognante, leggero e sottile che cerimonioso.
Strumentazione:
Originariamente per orchestra o pianoforte solo
Versione famosa con coro misto aggiunto su testo di Robert de Montesquiou
La versione orchestrale (senza coro) è quella più suonata oggi
Caratteristiche musicali:
Tempo lento e nobile (Andante molto espressivo)
In fa diesis minore, che gli conferisce un colore dolceamaro
Melodia fluida ed elegante, quasi sospesa, sostenuta da una ritmica dolce
Armonia raffinata, tipica dello stile fauréen: sottile, mutevole, evocativa
Durata: Circa 6-7 minuti
Atmosfera:
Un misto di nostalgia e grazia
Un’atmosfera pastorale e leggermente malinconica, che evoca i balli antichi visti attraverso un prisma impressionista
L’opera non cerca il dramma, ma piuttosto la suggestione poetica
Accoglienza:
Molto apprezzata fin dalla sua creazione
È diventata una delle opere più famose di Fauré, spesso suonata in concerto e registrata
✨ In sintesi:
La Pavane di Fauré è l’eleganza fatta musica: una delicata passeggiata tra Rinascimento e Romanticismo, con una leggerezza aerea propria del mondo sonoro del compositore. È un brano ideale per immergersi in un’atmosfera dolce, ovattata e piena di fascino.
Storia
Nel 1887, Gabriel Fauré compose un brano che non immaginava ancora come uno dei suoi lavori più popolari: la Pavana. A quel tempo, Fauré era già un musicista riconosciuto negli ambienti parigini, ma ancora lontano dalla celebrità dei suoi contemporanei come Saint-Saëns. Scrive questa Pavana quasi per distrazione, un’opera leggera destinata ad essere suonata all’aperto, nei giardini estivi. L’idea non è quella di creare un grande pezzo drammatico, ma piuttosto un momento di grazia musicale.
Il titolo si riferisce a un antico ballo della Spagna rinascimentale, lento e cerimonioso, ma Fauré non ne fa una ricostruzione storica. Al contrario, lo trasforma in una elegante fantasticheria, tinta di malinconia e dolce ironia. Lo compone inizialmente per pianoforte, poi ne realizza un’orchestrazione raffinata e aerea.
Ma ciò che darà un’altra dimensione al pezzo è l’incarico della sua mecenate e amica, la contessa Élisabeth Greffulhe. Le chiese di aggiungere un coro, in modo che la Pavana potesse essere integrata in un concerto mondano in un ambiente raffinato. Fauré accettò e chiese al suo amico, il poeta decadente Robert de Montesquiou (un personaggio fiammeggiante, che ispirò il barone di Charlus in Proust), di scrivere un testo.
Il risultato è una versione cantata, un po’ beffarda, su amori frivoli e sospiri da salotto, perfettamente nello spirito dell’aristocrazia di fine secolo. Tuttavia, è la versione puramente strumentale che, nel tempo, toccherà più persone. Questa musica, apparentemente semplice, nasconde una grande raffinatezza. La melodia fluttua dolcemente, le armonie si susseguono con naturalezza, come se la musica stessa camminasse in punta di piedi.
Nel corso dei decenni, la Pavana è stata suonata nei salotti, poi nelle grandi sale, fino a diventare un pezzo imprescindibile del repertorio orchestrale. Quella che era solo un’intrattenimento è diventata un simbolo: quello dell’eleganza musicale francese, di quella capacità unica di far parlare la musica con pudore, senza mai alzare la voce.
Ancora oggi, quando si ascolta la Pavana, è come se il tempo rallentasse, come se si aprisse una porta su un mondo antico, delicato e un po’ sfocato, dove si balla lentamente in mezzo ai ricordi.
Cronologia
Tutto inizia verso l’estate del 1887, quando Gabriel Fauré, in vacanza a Étretat, compone un pezzo leggero, quasi di sfuggita. Immagina un piccolo ed elegante ballo, ispirato alla pavana spagnola, ma non ne fa un’opera storica o folcloristica: è una musica del tutto personale, intrisa di quella dolce malinconia e di quella chiarezza che caratterizzano il suo stile. Ne scrive prima una versione per pianoforte solo.
Poco dopo, orchestra il pezzo, probabilmente pensando ai concerti all’aperto, come quelli che si tenevano nei giardini pubblici parigini. La musica è fluida, delicata, quasi vaporosa. In questa fase non ci sono né testo né coro. Solo una bella pagina strumentale, a metà strada tra un antico ballo e una moderna fantasticheria.
È allora che interviene la contessa Greffulhe, figura mondana dell’alta società parigina e mecenate di Fauré. Sedotta dal pezzo, desidera che sia integrato in un evento mondano più elaborato e propone di aggiungere un coro misto. Fauré accetta il suggerimento, anche se lui stesso rimane poco convinto della necessità del testo. Affida la scrittura dei versi a Robert de Montesquiou, poeta dandy e cugino della contessa, noto per il suo stile raffinato e i suoi giochi ironici sull’amore e la società.
Nel 1888, la Pavana viene presentata in questa versione corale durante un concerto tenuto nel parco della contessa. Immaginiamo un’elegante messa in scena, con ballerini in costume in un ambiente romantico, all’aperto. Ma questa versione, per quanto affascinante, non si affermerà a lungo.
Nel corso del tempo, la versione orchestrale senza coro è quella che ha avuto più successo. È stata suonata in concerti sinfonici, ripresa da molti direttori d’orchestra, registrata, arrangiata. La sua dolcezza malinconica, il suo ritmo languido e le sue sottili armonie la rendono universale.
Fauré, dal canto suo, non ha mai considerato questa Pavana come un’opera importante – per lui era quasi un pezzo da salotto. Eppure è lei che ha attraversato i secoli con la massima evidenza.
Così, dal 1887 ad oggi, la Pavane ha seguito un percorso discreto ma profondo, passando da un modesto intrattenimento estivo a un’icona della musica francese, simbolo di una raffinatezza che tocca sempre i cuori.
Un pezzo di successo?
La Pavane, Op. 50 di Gabriel Fauré, non ebbe un immediato successo commerciale al momento della sua creazione, ma fu comunque ben accolta e conosciuta fin dai primi anni, soprattutto negli ambienti colti e aristocratici.
Per quanto riguarda la vendita delle partiture:
Le partiture per pianoforte, pubblicate poco dopo il 1887, si vendettero discretamente, ma non in modo spettacolare.
Non era un “best seller” popolare allo stesso livello di alcune opere da salotto molto in voga all’epoca (come quelle di Offenbach o di Chaminade, per esempio), ma trovò un pubblico fedele nei circoli borghesi e artistici.
Il pezzo era apprezzato per la sua eleganza discreta e la relativa facilità di esecuzione, che lo rendeva una buona scelta per gli amanti del pianoforte di livello intermedio o avanzato.
Ciò che ha contribuito alla sua diffusione:
Il sostegno della contessa Greffulhe e della sua cerchia mondana ha dato all’opera un’importante visibilità sociale.
L’aggiunta di un coro e l’esecuzione in serate di prestigio hanno rafforzato la sua reputazione negli ambienti elitari.
Ma la vera ascesa della sua notorietà è avvenuta gradualmente, soprattutto attraverso i concerti pubblici e le orchestre sinfoniche che hanno adottato la versione orchestrale senza coro.
In sintesi:
La Pavane non ha suscitato un entusiasmo di massa fin dalla sua uscita, ma ha avuto un successo di stima, si è diffusa bene grazie al suo fascino particolare ed è diventata un classico duraturo. Il suo successo è quindi derivato più dalla costanza dell’apprezzamento che da un iniziale boom di vendite.
Episodi e aneddoti
Con piacere! La Pavane, Op. 50 di Gabriel Fauré, sebbene apparentemente discreta, è accompagnata da alcuni episodi e aneddoti affascinanti che fanno luce sia sull’opera che sul suo tempo. Ecco alcune piccole storie su questo elegante pezzo:
🎩 1. Un pezzo “per passare il tempo”
Gabriel Fauré non aveva intenzione di comporre un capolavoro con la Pavana. Lui stesso la considerava un’opera leggera, quasi una fantasia. L’avrebbe composta “per rilassarsi” durante l’estate del 1887 a Étretat. Questo lato rilassato si sente nella musica, fluida e senza tensione drammatica. Ma l’ironia è che questo pezzo minore (dal punto di vista di Fauré) è diventato uno dei suoi più famosi.
👒 2. La contessa Greffulhe e il suo gusto per lo spettacolo
Uno dei motivi per cui la Pavana è diventata famosa è dovuto a un ordine della contessa Élisabeth Greffulhe, una delle grandi figure mondane della Belle Époque. Voleva un’opera da mettere in scena nei giardini della sua tenuta, con coreografia e interpretazione all’aperto. Fauré accettò di aggiungere un coro alla sua Pavana per l’occasione. Questo coro cantava un testo di Robert de Montesquiou, cugino della contessa, poeta decadente e noto esteta.
🖋️ 3. Un testo ironico e leggero
Il testo aggiunto alla versione corale è pieno di ironia e leggerezza: evoca conversazioni galanti, sospiri di amanti e giochi amorosi in uno stile che rasenta la parodia delle idilli pastorali. Il contrasto tra la musica malinconica e il testo un po’ beffardo crea un piacevole disallineamento. Lo stesso Fauré non amava molto questo testo, ma lo accettò per amicizia (o per diplomazia) verso la contessa e Montesquiou.
🎼 4. L’ironico destino di un “divertimento”
Fauré fu spesso sorpreso dal fatto che la Pavana – che considerava un pezzo affascinante ma secondario – fosse diventata una delle sue opere più famose. Questo successo lo divertiva quasi. Trovava paradossale che questa musica, nata senza pretese, seducesse così tanto mentre altre sue opere più ambiziose a volte passavano inosservate.
🎧 5. La Pavana nel XX secolo… e oltre
Nel corso dei decenni, la Pavana è stata utilizzata in numerosi film e pubblicità, ed è stata persino remixata in arrangiamenti moderni. È stata utilizzata in film come Lo specchio rotto, in versioni cantate o elettroniche. Questa atemporalità sottolinea quanto questo brano, nato da un semplice slancio di ispirazione estiva, continui a toccare le persone.
Caratteristiche della musica
La Pavana, Op. 50 di Gabriel Fauré, è un’opera di grande finezza, la cui apparente semplicità nasconde una scrittura molto sottile. Ecco come si possono raccontare le sue caratteristiche musicali, concentrandosi su ciò che rende unico il fascino di questo brano.
Fin dalle prime battute, la Pavana crea un’atmosfera sospesa, dolce e leggermente nostalgica. Il tempo è moderato – Andante molto moderato – come se la musica avanzasse a passi felpati, in un ambiente elegante, quasi evanescente. Non c’è alcun bagliore, nessuna enfasi: tutto è nella raffinatezza, nella carezza del suono.
Il brano è scritto in fa diesis minore, una tonalità che conferisce un colore malinconico ma non cupo. Fauré utilizza questa sfumatura per evocare una tristezza leggera, come un sospiro, piuttosto che un vero e proprio dramma. Questa sfumatura di emozione è tipica del suo stile, sobrio, quasi pudico.
La melodia principale, di grande semplicità, è inizialmente sostenuta da flauti e oboi, per poi essere ripresa e trasformata sottilmente nel corso del brano. Questo tema è quasi cantato, molto lirico, ma senza patetismo. Scivola dolcemente sopra un accompagnamento discreto degli archi, che avanzano in arpeggi o in regolari ritmi puntati, un po’ come il passo lento e misurato di un nobile ballo.
L’armonia è uno dei grandi punti di forza del brano. Fauré non fa grandi modulazioni, ma gioca con concatenazioni armoniche morbide, inaspettate, spesso modali. Ama le dissonanze dolci, i passaggi di voce interiori, le cadenze evitate. Questo dà alla musica un’impressione di movimento fluido e imprevedibile, come se si lasciasse trasportare dal vento.
La struttura è piuttosto libera: è una forma ternaria allargata, ma senza rigidità. Si avverte una dolce progressione emotiva: il tema ritorna, leggermente trasformato, e il brano termina come è iniziato – in tranquillità, con la sensazione di essersi fermati su un sospiro.
Quando viene aggiunto un coro, come nella versione creata per la contessa Greffulhe, non interviene come un protagonista drammatico, ma come un’estensione strumentale, quasi un colore aggiuntivo. Le voci sono trattate con la stessa dolcezza, in uno stile quasi strumentale.
In breve, la Pavane è un piccolo gioiello di musica di carattere: elegante, pudica, finemente costruita, è l’esatto contrario di un brano dimostrativo. Tutto è suggerito, insinuato, con un’arte del semitono, della poesia sfocata, che è la magia di Fauré. Si riconosce ciò che Debussy chiamava “una musica che sembra ascoltata attraverso un sipario”.
Analisi, tutorial, interpretazione e punti importanti del gioco
Molto volentieri. Ecco un tuffo nella Pavane, Op. 50 di Gabriel Fauré, vista dalla tastiera: tra analisi, tutorial pianistico, interpretazione e consigli di esecuzione. Che si sia musicisti dilettanti o interpreti esperti, questo brano richiede particolare attenzione alla sfumatura, all’equilibrio e all’espressione soffusa.
🎼 Analisi musicale (versione per pianoforte)
Anche se la versione orchestrale è oggi la più conosciuta, Fauré ha scritto una versione per pianoforte solo assolutamente affascinante e fedele al suo spirito iniziale.
Il brano è in fa♯ minore, con una forma generale A–B–A’, morbida e fluida, senza contrasti drammatici. Dura circa 5-6 minuti.
Il tema principale, fin dall’inizio, si basa su una dolce melodia discendente, suonata con la mano destra, accompagnata da leggeri accordi arpeggiati con la mano sinistra.
L’accompagnamento si basa spesso su un regolare movimento oscillatorio di semicrome o terzine, che dà l’impressione di un’ondulazione permanente.
Fauré utilizza sequenze armoniche modali, a volte prese in prestito dal modo dorico, a volte con colori più ambigui – il che dà questa sensazione di poetica indecisione.
Non bisogna cercare qui una tensione narrativa o drammatica. Tutto è nel flusso, nel respiro e nella sottigliezza delle inflessioni.
🎹 Tutorial e consigli interpretativi per pianoforte
1. Il tocco
Utilizzare un tocco leggero e flessibile, quasi fluttuante.
Le dita devono rimanere vicine ai tasti, senza premere: è una musica che respira.
Le voci interiori sono importanti: attenzione a non concentrare tutto su un unico piano sonoro.
2. Pedale
Il pedale deve essere dosato con delicatezza: Fauré ama le armonie che si fondono ma senza sbavature.
Cambiare spesso il pedale, a volte ad ogni accordo, ma sovrapponendolo leggermente per mantenere la fluidità.
Evitare l’effetto di una nebbia densa: tutto deve rimanere arioso.
3. Articolazione
Non legare tutto: leggeri stacchi negli accompagnamenti possono aiutare a non appesantire.
La melodia, invece, deve cantare con una linea molto flessibile, come una voce.
4. Tempo
L’indicazione è Andante molto moderato. È lento, ma non rigido.
Evitate un tempo troppo solenne: pensate a una marcia elegante, non a una marcia funebre.
Sono necessari anche rubati naturali, respirare alla fine di alcune frasi, lasciare tempo alle pause.
🎶 Interpretazioni famose (versione per pianoforte)
Sebbene sia più spesso suonata dall’orchestra, la versione per pianoforte è stata interpretata da pianisti come:
Jean-Philippe Collard, in uno stile molto fluido e chiaro, con un tocco perlato.
Kathryn Stott, con un’espressività molto sfumata, quasi impressionista.
Pascal Rogé, in uno stile delicatamente rubato e molto poetico.
Questi interpreti hanno in comune il rispetto dell’intimità del brano, senza mai esagerare. Ognuno infonde una respirazione naturale, un sottile equilibrio tra moderazione ed espressività.
✨ Punti importanti da ricordare quando si suona questo brano:
Esprimere la malinconia senza pesantezza.
Prendersi il tempo senza perdere il flusso.
Far cantare la melodia, senza che l’accompagnamento prenda troppo spazio.
Usare il pedale come un velo leggero, mai come una copertura sonora.
Non cercare l’effetto, ma l’evocazione poetica: è una musica “che pensa dolcemente”, non una dimostrazione.
Grandi interpretazioni e registrazioni
La Pavane, Op. 50 di Gabriel Fauré è famosa soprattutto nella sua versione orchestrale, ma esistono diverse grandi interpretazioni per pianoforte solo, spesso più intime, ma altrettanto toccanti. Ecco una selezione di registrazioni degne di nota di pianisti che sanno cogliere la sottigliezza, la fluidità e l’eleganza ovattata di quest’opera:
🎹 Eccellenti interpretazioni (pianoforte solo):
⭐ Jean-Philippe Collard
🔸 Album: “Fauré: Opere per pianoforte” (EMI / Warner Classics)
🔸 Stile: molto chiaro, raffinato, tutto sotto controllo. Un punto di riferimento francese nell’interpretazione di Fauré.
🔸 Questo gioco luminoso lascia perfettamente respirare la linea melodica.
⭐ Pascal Rogé
🔸 Album: “Fauré: Piano Works” (Decca)
🔸 Interpretazione di grande tenerezza, con un tocco delicato e sottili colori armonici.
🔸 Una versione molto lirica, un po’ più sognante di quella di Collard.
⭐ Kathryn Stott
🔸 Album: “Fauré: Complete Piano Works” (Chandos)
🔸 Tocco poetico, molto naturale, pieno di flessibilità e rubato controllato.
🔸 Lettura molto vivace, fine e sensibile – molto apprezzata dagli intenditori.
⭐ Paul Crossley
🔸 Album: “Gabriel Fauré: Piano Music” (Sony/Erato)
🔸 Versione leggermente più analitica e inglese nell’approccio, ma espressiva e ben strutturata.
⭐ Jean Doyen
🔸 Pianista della scuola francese di interpretazione romantica del XX secolo.
🔸 Meno diffuso oggi, ma offre un tocco vellutato e una purezza di linea notevole.
🎧 Dove ascoltarlo?
Puoi trovare la maggior parte di queste versioni su:
Spotify, Apple Music, YouTube o Qobuz.
Cerca semplicemente: Fauré Pavane piano solo seguito dal nome dell’interprete.
✨ In sintesi:
Se vuoi una versione classica e limpida: vai su Collard.
Per qualcosa di poetico e sfumato: prova Stott o Rogé.
E per una versione antica e molto francese nello stile: Jean Doyen.
Altre interpretazioni
Ecco alcune interpretazioni di altri musicisti della Pavane, Op. 50 di Gabriel Fauré, in versione orchestrale o con coro, che mostrano quanto questo brano sia stato apprezzato e interpretato da rinomati direttori d’orchestra e ensemble. Queste versioni ampliano l’orizzonte del brano oltre il pianoforte solista.
🎻 Celebri interpretazioni orchestrali di Pavane, Op. 50:
⭐ Herbert von Karajan – Berliner Philharmoniker (1964)
🔸 Una delle interpretazioni orchestrali più note, questa versione di Karajan offre una ricchezza e una profondità sonora eccezionali.
🔸 L’orchestra suona con un timbro luminoso e un delicato equilibrio tra melodia e accompagnamento. È una versione molto elegante, ma anche molto fluida.
⭐ Pierre Monteux – Boston Symphony Orchestra (1949)
🔸 Una versione più antica, ma molto espressiva, in cui Monteux riesce a preservare la dolcezza malinconica dando al contempo una certa leggerezza all’insieme.
🔸 Questo leggendario direttore d’orchestra cattura l’aspetto sognante e fluttuante del brano, apportando al contempo una grande chiarezza.
⭐ Charles Dutoit – Orchestre symphonique de Montréal (1990)
🔸 Dutoit offre una versione molto curata, con un tempo più morbido, che permette agli strumenti di respirare pienamente.
🔸 Il suono dell’orchestra è di grande sottigliezza, con un’enfasi sulle sfumature dinamiche e sui colori dell’accompagnamento.
⭐ Sir Simon Rattle – London Symphony Orchestra (2007)
🔸 Questa versione si distingue per un’interpretazione più fluida, quasi ariosa, con un sottile gioco tra gli strumenti a corda e quelli a fiato. Rattle si preoccupa di non appesantire troppo l’atmosfera, mantenendo una leggerezza nonostante l’orchestra al completo.
⭐ Georges Prêtre – Orchestra Filarmonica di Vienna (1975)
🔸 Un’interpretazione ricca ed emotivamente profonda, ma sempre fedele alla grazia e alla dolcezza del brano.
🔸 Prêtre mantiene un tempo abbastanza misurato, permettendo a ogni sezione dell’orchestra di dispiegarsi senza fretta.
🎤 Interpretazioni con coro (versione completa)
⭐ John Eliot Gardiner – Orchestra e Coro del Monteverdi Choir (2011)
🔸 Questa versione di Gardiner, molto controllata, privilegia un approccio elegante e raffinato. Il coro, composto da voci dolci e calde, completa magnificamente l’orchestra.
🔸 Il coro che canta sui versi di Montesquiou apporta un lato intimista e poetico, senza eccessi.
⭐ Michel Plasson – Orchestre du Capitole de Toulouse, con coro (1991)
🔸 Michel Plasson, direttore d’orchestra francese, presta particolare attenzione alla chiarezza e alla fluidità dell’insieme, ponendo l’accento sugli aspetti più lirici e malinconici del brano.
🔸 Il coro, sebbene discreto, è magnificamente integrato nell’orchestra.
⭐ Sir Colin Davis – London Symphony Orchestra con il BBC Choir (anni ’90)
🔸 Colin Davis offre un’interpretazione accurata ed emotiva della Pavana.
🔸 L’accompagnamento orchestrale è particolarmente ben bilanciato e le voci del coro sono trattate con delicatezza, rispettando l’intimità del brano e allo stesso tempo aggiungendo profondità.
📀 Dove ascoltare queste versioni?
Queste registrazioni possono essere trovate su piattaforme come Spotify, Apple Music, YouTube o Deezer. Sono anche disponibili su CD di collezioni o etichette come Decca, EMI, Harmonia Mundi e Warner Classics.
✨ In sintesi:
Se preferisci una versione più luminosa e fluida, prova Herbert von Karajan o Charles Dutoit. Per un’interpretazione più emotiva e ricca, potresti apprezzare quella di Sir Simon Rattle o Georges Prêtre. Le versioni con coro aggiungono un tocco diverso e completano l’atmosfera del testo di Montesquiou, ma rimangono sempre improntate a quell’eleganza unica della Pavana.
Nel film
La Pavana, Op. 50 di Gabriel Fauré è stata utilizzata in diversi film come colonna sonora. Ecco alcuni esempi degni di nota:
Il Divo (2008) di Paolo Sorrentino: questo film, che ripercorre la vita di Giulio Andreotti, utilizza la Pavana come leitmotiv principale.
La Maîtresse du président di Jean-Pierre Sinapi: anche in questo film è presente la Pavana.
La Femme de mon frère (2019) di Monia Chokri: la versione cantata della Pavana accompagna la fine del film, illustrando le relazioni pacificate tra il fratello e la sorella durante una gita in barca.
Questi esempi testimoniano il duraturo impatto della Pavana di Fauré nel campo cinematografico.
(Questo articolo è stato generato da ChatGPT. È solo un documento di riferimento per scoprire la musica che non conoscete ancora.)
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